Il pensiero tibetano
Giunti Editore
Anno di pubblicazione: 2021
In Tibet shiné è la pratica del Calmo dimorare, nonché il nome di un famoso dipinto di un monaco nell’atto di inseguire un elefante nero, ovvero la sua mente. L’inseguimento consta di nove stadi, che lo condurranno infine alla meditazione lhakthong, la pratica della visione profonda o analitica che ha inizio con il decimo e undicesimo stadio e che gli consentirà di raggiungere l’illuminazione. Ci muoviamo nel testo seguendo tale sentiero. A piccoli passi sul tetto del mondo. Che cosa ci rimane del Tibet dopo il cammino? Di cosa possiamo fare tesoro? Oggi la meditazione sta entrando sempre di più nella vita di noi stressati occidentali. Integrando la meditazione nella nostra quotidianità possiamo ottenere benefici non solo per noi stessi, ma anche per gli altri e per il nostro mondo.
I racconti di viaggio di Dejanira in Tibet, Nepal, India. Gli anni di studio, di pratica e d’insegnamento della mindfulness, un’attitudine che s’impara a coltivare attraverso pratiche completamente laiche che hanno preso ispirazione da vari tipi di meditazione orientale.
La mindfulness deve molto all’India, al Giappone e al Tibet. Anche il biologo Jon Kabat-Zinn, fondatore della mindfulness, iniziò praticando yoga, zazen e meditazione vipassanā.
Alla fine di ogni capitolo sono presenti degli esercizi di meditazione. Conosceremo Milarepa, Il libro tibetano dei morti, gli ostacoli che s’incontrano lungo il cammino, i benefici e il lato oscuro della pratica.
Scopriremo il rapporto sempre più stretto tra scienza occidentale e discipline orientali. Affronteremo il tabù della morte. Inoltre, nell’appendice, ben tre interviste: un dialogo tra una monaca, una psicologa e un neurologo, in stile Daniel Goleman e Dalai Lama.
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