Islanda: i paesaggi che spiegano la musica

 In IL SETACCIO

Quest’estate sono finiti in Islanda. Se non fosse stato per i Sigur Rós, ancora non saprei dove si trova esattamente quest’isola. Mi sono appassionata a questo paese proprio grazie a loro.

E voi direte, chi se ne frega se sei stata in Islanda! Infatti. Il punto è che vorrei condividere con voi quanto questi paesaggi e questa musica siano indissolubili. Sì perché una volta viaggiato attraverso l’Islanda e lungo il suo perimetro, tutto è diventato chiaro: in un paese così non si può che fare musica così. Björk è un po’ diversa dai Sigur Rós o da Ólafur Arnalds (altro grande esponente della musica islandese), ma lei, infatti, a un certo punto se n’è andata dall’Islanda, nella sua musica si sente sì l’influenza della terra natia, ma soprattutto si sente l’influenza di città come Londra, dove si è trasferita negli anni ’90. Per i Sigur Rós no, per i Sigur Ros è chiaro quanto la loro terra li abbia ispirati e guidati, sempre. In auto, durante il nostro viaggio, abbiamo provato ad ascoltare altre canzoni, altri artisti, altri brani, ma era impossibile, non riuscivamo a fare altro che sentire i Sigur Rós, oppure Tornado la canzone del disco solista di Jónsi, ma soprattutto Takk, che ci ha fatto commuovere di fronte a paesaggi maestosi, unici, paesaggi che mettono in pace anche l’anima più inquieta. La natura nel massimo del suo splendore, la terra del fuoco e del ghiaccio, dell’acqua e del vento. La terra dei lunghissimi tramonti, che avvengono non prima delle dieci di sera, e che lasciano un po’ di luce anche a notte fonda. Terra di luce e di poesia. Una terra che ti porta a credere in un Dio bello e buono che fa solo cose magnifiche. Distese di lava nera, di lava color oro, di fumo che esce direttamente dal cuore della terra.

E ancora, cascate, scogliere, balene in mezzo al mare. E poi lui, il nulla. Alcune persone, quando si trovano in luoghi del genere, dicono: “Sì vabbè ma qui non c’è niente da vedere.” E invece per noi in questo nulla, in questa vastità, c’era tutto. L’immensità, l’eterno. Per chilometri e chilometri a volte non s’incontra anima viva, non si vede un’altra auto, si è soli. Sei tu al cospetto degli elementi. E allora ecco che canzoni come GlósóliHoppípolla prendono senso. Canzoni che t’invadono di una grande forza emotiva, che t’inondano di uno stato di grazia e positività. Ma ci sono paesaggi che spiegano anche finali di canzoni come la nostra adorata Untitled 8, perché qui il cielo è basso e incombente, le nuvole sono nere, la nebbia t’inebria, alcuni paesaggi sono degni di Mordor del Signore degli Anelli. Qui il Bene e il Male, il sole e la luna la fanno da padroni. Qui la luce e l’oscurità si alternano e regnano insieme e tutto coesiste e dà vita anche alla musica dei Sigur Rós. Una musica che ora abbiamo potuto vedere, toccare, annusare.

 

Recommended Posts
Contact Us

We're not around right now. But you can send us an email and we'll get back to you, asap.