Lo zen e la scuola di Kyoto. Un estratto dal mio libro su L’Indiscreto
Sulla prestigiosa rivista letteraria L’Indiscreto potete leggere un estratto dal mio ultimo libro “I sentieri della meditazione. Mindfulness: cos’è, cosa non è e perché ha cambiato il mondo”, pubblicato da Edizioni Piemme, Gruppo Mondadori.
Come parlare di meditazione e di mindfulness? Partendo da cosa NON È, dallo zen e dalla scuola di Kyoto, fino ad arrivare ai mistici della teologia negativa e a Jon Kabat-Zinn…
“Proprio come noi trascuriamo il cielo cosmico che ci avvolge mentre ci muoviamo in esso e fissiamo solo uno spiraglio di cielo sulla nostra testa, così non riusciamo a realizzare che noi stiamo più vicini a noi stessi nella vacuità di quanto lo siamo nell’autocoscienza”.
Questo testo è estratto da I sentieri della meditazione di Dejanira Bada. Ringraziamo Piemme edizioni per la gentile concessione.
di Dejanira Bada
Una sera ero sdraiata a letto e stavo leggendo il saggio di un filosofo e monaco giapponese di cui mi sono innamorata follemente qualche tempo fa. Il suo nome è Nishitani Keiji, e il primo capitolo del suo Zen, filosofia e scienza s’intitola Gli anni della mia giovinezza. Ricordo perfetta mente cosa accadde quando cominciai a leggerlo. Dopo qualche pagina mi dovetti fermare, commossa fino alle lacrime. Per molti anni avevo cercato qualcuno che in qualche modo la pensasse come me, che mi facesse sentire meno sola, meno incompresa, che in parte avesse vissuto quello che avevo vissuto io e, improvvisamente, eccolo lì.
Nishitani nasce in Giappone nel 1900 e muore nel 1990. È un nostro contemporaneo, e si sente anche da come scrive, da come parla di sé. Parla come noi, parla a noi e di noi. Conosce la sofferenza fin da subito: «Riassumendo in una sola frase gli anni della mia giovinezza, devo dire che per me quel periodo fu privo di ogni speranza. Per meglio dire, fu un periodo in cui tutte le speranze vennero sradicate fin dal profondo». Eppure, gli altri ragazzi intorno a lui sembravano felici, la vita prosperava, era da poco finita la Prima guerra mondiale: «Era come se avessi una spina conficcata nel cuore: soffrivo, in preda a una pena continua. Incapace di estrarre quella spina e convinto che solo la morte avrebbe potuto liberarmi dal la sofferenza, vivevo con un assoluto senso di nullità e di disperazione». Esattamente quello che avevo sentito e scritto io quando ero un’adolescente, e come noi altri milioni di adolescenti in tutto il mondo…
Leggi subito l’estrattto completo qui
https://www.indiscreto.org/lo-zen-e-la-scuola-di-kyoto/
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