Il silenzio di ieri: la bellissima recensione di MuatyLand
Che dire. Questo libro è stata una staffilettata profonda nel cuore dalla quale sono sgorgate lacrime plumbee e sconsolate. Il diario tenuto da una donna a pezzi, crollata sotto il peso di una perdita più grande di lei, a cui è stata strappata a forza una parte di anima e di vita; una ferita che non si rimargina mai ma che brucia ogni qualvolta il potente dio tempo, incurante delle emozioni di noi piccoli umani, richiama a sé memorie con tanta fatica sotterrate sotto una coltre di tentate distrazioni.
Tramite gli squarci di pensieri della scrittrice pedaliamo tra le discese e i dossi di una lenta evoluzione, dalla disperazione più nera in cui affoga, nella quale si appella al marito, lo prega di tornare da lei o lo incolpa di non lasciarla andare, di non permetterle di andare avanti con la sua vita, immagine costante nella sua mente, a momenti di quiete apparente, durante i quali questa donna dal passato difficile che ha influenzato la sua intera esistenza intraprende viaggi, sperimenta l’esperienza della meditazione, pratica volontariato; tutti eventi usati all’inizio come toppa in una vita che presenta tanti buchi sfrangiati, per tenere ben pressati i ricordi che minacciano di affiorare come bolle venefiche in superficie, rilasciando esalazioni di dolore, ma occupazioni che in seguito le permetteranno di riappropriarsi di se stessa dopo la perdita di suo marito, ma anche del suo tanto amato lavoro.
Al termine del libro il cambiamento subito dalla protagonista è inconfutabile, ben delineato e chiaro, grazie anche ad una scrittura pacata, referenziale, anche però in grado di trasmettere emozioni talmente forti da farti star male, in grado di comunicarti in modo diretto e senza veli l’estrema angoscia e la sofferenza che traspaiono dalle pagine.